Archivi categoria: Cinquant’anni di Rock

Bleach: il lato oscuro dei Nirvana

Artista : Nirvana
Album: Bleach
Pubblicazione: giugno 1989

Sguardo perso fisso nel vuoto, espressione rassegnata di un’ anima in perenne condizione di solitudine, disperatamente in cerca d’ affetto. Sono occhi che parlano quelli di Kurt Cobain, leader dei Nirvana, band tra le più influenti di tutta la storia del rock.
L’esordio discografico avviene nell’estate 1989 con l’ album Bleach, registrato con un budget molto risicato. In seguito alla pubblicazione del singolo Love Buzz, i Nirvana cominciarono i lavori in studio. Il finanziamento arrivò per mano di un certo Jason Everman, chitarrista rimasto colpito dai pezzi che Cobain aveva composto e che prese parte al gruppo per un breve periodo.
Chitarra, basso, batteria, ampli a manetta: strumentazione essenziale per una musica dalle sonorità dilanianti e dai ritmi pesanti, sovrastata dall’ urlo selvaggio e primordiale di una voce rigonfia di disagio e rabbia repressa.
Heavy Metal e Punk trovano il loro sodalizio all’ interno di un tunnel senza fine, pervaso di angosce e fantasmi, testimoni di un anonimo e triste passato che Cobain congela all’interno di canzoni che delineano in maniera analitica la personalità dell’artista e la sua tendenza autodistruttiva.
Blew , pezzo che apre il disco, è caratterizzato da un basso dirompente sul quale chitarra e voce funerea fungono da primordio di un rito infernale.
About a Girl è una ballad che si distacca timidamente dall’ oppressività quasi asfissiante che pervade l’ intero album, un’ideale sintesi tra le influenze più classiche di Kurt e le innovative melodie che caratterizzeranno il suo marchio di fabbrica.
Canzoni come School, Negative Creep, Mr. Moustache fanno dell’incontrollata impulsività e della schiettezza la linea comune sulla quale tutto l’album viene concepito.
Lavoro forse trascurato dall’ enorme successo commerciale riscontrato dal successivo NeverMind, questo incredibile disco racchiude in se l’ essenza dei Nirvana…un’ esplicita dichiarazione di intenti che traccerà un solco indelebile nel mondo e nella storia della musica.

Filippo Daneluzzi

“Led Zeppelin”: L’Anima del Rock

Album: Led Zeppelin II

Artista: Led Zeppelin

Anno di pubblicazione: Ottobre 1969

Se si vuole dare una

data di inizio alla musica Hard Rock, Led Zeppelin II ne è l’emblema. A detta di molti l’ album di riferimento, l’ album che ha rappresentato e che continua a rappresentare per tutte le generazioni di chitarristi una fonte di ispirazione, un passaggio obbligato verso la propria formazione.

Già, perché è proprio la chitarra l’ anima, il motore trainante di tutto l’album. Una chitarra dai suoni aggressivi e riff taglienti, che catapulta l’ ascoltatore in un m

ondo selvaggio, di immediatezza primitiva. La famosissima Whole Lotta Love è il brano che apre il disco. La musica non lascia spazio all’ immaginazione, la costringe su binari serrati, sulla ripetitività ossessiva e sempre più incalzante del ritmo. Chiari sono gli intenti del gruppo, che sull’ incedere demoniaco delle note elaborano un testo esplicito, erotico, culminante con la simulazione di un orgasmo: connubio perfetto tra musica e testo.

Riff brutalmente sfacciati (di chiara matrice blues) consacrano l’ album a pietra miliare del Rock, dando nuova linfa a un genere da cui provengono tutti e quattro i musicisti. L’assolo di chitarra di Heartbreaker poi è unico, ancora oggi stupefacente, un “must”: è il caso di dirlo, quando la chitarra parla…

Siamo all’ inizio degli anni settanta, nel culmine della sperimentazione musicale e della ricerca dell’ esecuzione plateale. E’ in questa ottica che va interpretato il curioso assolo di batteria che caratterizza il brano Moby Dick o la costante presenza di venature folk, che caratterizzeranno poi in modo più deciso i lavori futuri degli Zeppelin.

Qualcuno tanti anni fa disse: “Parlare, scrivere di musica è come danzare di architettura”. Per conto mio, non sono completamente d’accordo…anche se devo ammettere che non è semplice.

Filippo Daneluzzi